Osservo il vuoto
intorno a me,
guardo l’arido deserto
coperto di sabbia,
gialla come il sole
a mezzogiorno.
Non c’è nulla:
non un albero
che mi dona riparo
dalla torrida afa,
non una pianta
che mi dia i suoi frutti,
placando la mia fame.
Ma improvvisamente,
mentre cerco di camminare,
sento un suono di speranza,
armonioso come un violino.
Capisco che quella melodia
può salvare la mia esistenza
così precaria,
perché quella è una fonte d’acqua,
una sorgente che mi illumina,
mi dona una speranza infinita,
mi fa sentire finalmente viva.
Laura Berardi, 12 novembre 2019
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