Un giorno può cambiare una vita

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NEW YORK, NY- The second hijacked plane is seen moments before striking the second tower of the World Trade Center on September 11, 2001. (photo credit: Masatomo Kuriya/Corbis)

11 settembre 2001. Diciotto anni fa le nostre vite (almeno la mia) sono cambiate per sempre, anche se gli Stati Uniti d’America sono lontani, anche se un grande oceano ci separa. Da lì sono iniziati ufficialmente gli scontri con gli estremisti islamici, che continuano tutt’oggi. Quel giorno guardavo la tv con gli occhi increduli di una bimba ingenua. Forse è per questo motivo che lo ricordo come se fosse ieri. Da quel momento mi sono resa conto di cosa è capace l’essere umano. Soltanto quando lo vivi o lo senti, capisci la crudeltà dell’uomo. Non bastano i libri, i film, le lezioni di storia. Eppure, se guardiamo indietro, l’uomo ha sempre agito con violenza: basti pensare ad esempio alla Seconda Guerra Mondiale, alle sofferenze atroci delle vittime della Shoah, alle bombe atomiche scagliate dagli stessi Stati Uniti su Hiroshima e Nagasaki, all’attentato alla Stazione di Bologna, al rapimento di Aldo Moro.
Il primo impatto però resta. E la domanda che mi sono fatta quel giorno è: perché? Ancora oggi me lo chiedo, e non ho trovato alcuna risposta, perché purtroppo la violenza umana non finirà mai.
Mi è stato detto una volta: l’essere umano troverà sempre una scusa per fare la guerra. Non ne ho mai capito il motivo, ma in fondo non c’è una verità più grande di questa.

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