In questi dieci mesi del 2020, ben 91 donne sono state vittime di femminicidio. Soltanto in Italia. Una ogni tre giorni. Dei numeri che non dovrebbero nemmeno esistere, eppure sono lì, a spiegare quanto ancora oggi la violenza sulle donne sia ancora tanta, quante donne soffrano in silenzio per paura, soprattutto in questo periodo particolare di restrizioni e convivenza forzata, dove si è costretti a limitare tutto, anche una semplice passeggiata o un caffè al bar.
Ma il vero problema è a monte. Perché in questo mondo non dovremmo nemmeno sentir parlare di femminicidio o della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Perché gli uomini che picchiano e umiliano le donne non dovrebbero stare al mondo e non conoscono né il rispetto né i veri valori della vita. Perché la donna non è un oggetto da utilizzare a proprio piacimento. Non è un fiore da calpestare. Non è una valvola di sfogo. Non è un possesso di qualcuno. Non è un giocattolo da comandare o distruggere.
È una stella che brilla di una luce immensa, di un folgore quasi accecante che splende come non mai. E niente e nessuno può permettersi di spegnere quella luce. Mai più.
Mai più
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