Tenebre

Giorni di tenebre
che arrivano così,
imprevisti
e inaspettati,
quando anche
la peggior tempesta
dà spazio
ad un sole meraviglioso,
il più splendente,
il più luminoso,
il più brillante.
E giungono
senza un perché,
lasciando riaffiorare
ricordi devastanti,
lasciando vivere
un’angoscia
che si insinua
ovunque
e scavando
ininterrottamente
fino alla parte
più profonda,
fino al frammento
più minuto.
Fino a raggiungere
la totale negatività,
la stessa in grado
di portare via con sé
ciascun pensiero
avvolto nell’oscurità,
la stessa che
è sempre pronta
a restituire
un’audace tranquillità
o un semplice sorriso
.

Laura Berardi, 1 giugno 2021

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Il nostro tempo

Secondi fulminei,
minuti che si fermano
come istantanee,
ore che ben presto
si trasformano
in giorni infernali
o paradisiaci,
mesi che trascorrono
ininterrottamente,
senza tregua,
tra attimi dolorosi
e sereni,
fino a diventare
anni che corrono
attraverso percorsi
indefiniti,
decenni che passano
per un sentiero unico,
più insidioso per alcuni,
meno accidentato per altri.
Il nostro tempo,
la nostra vita
.

Laura Berardi, 11 aprile 2021

Periodi

Sono trascorsi più di tre mesi dall’ultima volta che ho pubblicato qualcosa su questo blog. Come avrete già capito, non sono un tipo costante. È vero, scrivo quasi tutti i giorni, ma qui è diverso. Ogni volta che mi è venuto in mente di arricchire il mio blog con qualcosa di nuovo ero bloccata, come se qualcosa mi trattenesse. Forse la stanchezza. Forse il mio carattere difficile. Forse la paura di scrivere stupidaggini. O semplicemente la mancanza di voglia.
Parto a mille, ma mi basta davvero poco per buttarmi giù. È accaduto da piccola, a scuola, all’università e nella vita quotidiana. E succede anche adesso. Quando mi pongo degli impegni o delle piccole aspettative, arriva sempre l’attimo in cui diventa tutto più difficile, persino la cosa più semplice, come guardare una serie tv o un film, leggere un romanzo, un racconto breve o un articolo di cronaca, uscire per una semplice passeggiata, per quanto sia complicato in questo periodo. Come parlare del più e del meno con qualcuno o addormentarsi con il solo desiderio di svegliarsi la mattina e andare avanti nonostante le circostanze.
Ho sempre avuto questi momenti di stallo, in cui la voglia di fare è ridotta quasi allo zero, la scrittura zoppica e l’attaccamento al passato è più forte che mai. Sì, perché in questi periodi la mia mente non fa altro che tornare indietro nel tempo e restare immobile, incapace di scollarsi di dosso la spensieratezza infantile, quando la vita scorre senza tempo. E mentre cerco con grande fatica di scrivere e leggere il più possibile, almeno per non perdere due delle poche cose che mi fanno sentire viva, certi pensieri normalmente già invadenti si ingigantiscono ancor di più, diventando talmente ingombranti che non riesco nemmeno a metterli da parte. Film e serie tv visti e rivisti, programmi televisivi della mia infanzia, libri che potrei leggere a memoria. E una curiosità quasi morbosa verso i ricordi, che sembrano riemergere ovunque, sconfiggendo quasi del tutto il desiderio di scoprire l’ignoto.
Eppure so già che quel desiderio non morirà mai dentro di me. Per quanto i periodi di stallo possano durare mesi, anni o decenni, e l’attaccamento al passato non mi lascerà mai in pace, la mia voglia di conoscenza è sempre lì, ad alimentare la mia vita con piccoli gesti, con piccole cose. Malgrado i momenti difficili siano costantemente presenti, in agguato e pronti ad attaccarmi ogni giorno, quella voglia è l’unica a gridare di non mollare, di affrontare con serenità tutti i periodi, facili o complicati che siano. Ed è anche l’unica che non mi lascerà mai da sola, fino all’ultimo secondo della mia esistenza. Di questo sono assolutamente certa, perché in fondo è proprio quella voglia una delle fonti essenziali della vita.

Battiti

Ascolto
i battiti veloci
del mio cuore
fragile,
devastato
da un dolore
lancinante,
che non lascia
minima tregua,
che cresce
lentamente
senza fermarsi mai,
scorrendo imperterrito
in ogni vaso sanguigno
del mio corpo.
E li sento,
li percepisco ancora,
e li ascolterò
fino alla fine
dei miei giorni,
nonostante
l’immane sofferenza
che non mi offrirà mai
una via d’uscita.

Laura Berardi, 5 marzo 2020