“25 APRILE. UNA DATA CHE È PARTE ESSENZIALE DELLA NOSTRA STORIA: È ANCHE PER QUESTO CHE OGGI POSSIAMO SENTIRCI LIBERI. UNA CERTA RESISTENZA NON È MAI FINITA”.
Enzo Biagi
Anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo, della fine dell’occupazione nazista e della definitiva caduta del regime fascista.
Splendenti, robusti, pilastri di un albero rigoglioso, denso di luce verde, di intensi bagliori che splendono ininterrottamente, senza paura di alcun ostacolo, di alcun dispetto o delusione, ma soltanto desiderosi di fare del bene, di amare e non pretendere nulla, di vivere. E resistono, nonostante ogni colpo, nonostante ogni ferita inferta, nonostante le continue cicatrici, non lamentandosi mai. Rami. che nascono e muoiono contando unicamente sulle proprie forze, perché niente e nessuno avrà la forza di spezzarli, nemmeno il fulmine più potente al mondo. Nemmeno la fine di tutto.
Consapevolezza: una parola che nell’ultimo periodo mi ha accompagnata molto. Sì, perché mi sono accorta di valere molto più di quanto credessi. E più il tempo trascorre, più me ne rendo conto. Gli errori insegnano. L’esperienza insegna. E ho imparato ad apprezzarmi maggiormente, sia fisicamente sia umanamente. A non dare retta alla povertà d’animo e alla superficialità dilaganti. Ad ascoltare i miei desideri, a non farmi travolgere dalla negatività e dall’egoismo degli altri. A non stare male o a farmi venire i sensi di colpa per il nulla. Sto imparando a vivere, costruendo pian piano il cammino della mia vita sotto tutti i profili. Un passo alla volta. Un gradino alla volta. Soprattutto in questo momento speciale per me. Soprattutto nel giorno del mio compleanno.
Piero Angela se n’è andato: una notizia che non avrei mai voluto leggere. Una notizia che mi spezza il cuore, ma allo stesso tempo paradossalmente lo conforta. Sì, perché Piero Angela non morirà mai. E nemmeno la sua voglia di conoscenza. Né tantomeno la sua immensa capacità di trasmetterla agli altri. Resterà per sempre in chi ha avuto la fortuna di guardare le sue trasmissioni – da piccola, quando c’erano ancora le vecchie VHS, ricordo che d’estate ogni giovedì registravo una nuova puntata di Superquark per non perdere nemmeno un servizio – e di avvicinarsi ad ogni genere di cultura: scienza, letteratura, arte, archeologia, geologia, biologia, fisica, storia e molte altre, anche grazie al lavoro del figlio Alberto. Nella lettera pubblicata poche ore fa dalla pagina Facebook di SuperquarkRai (che potete trovare qui), Piero Angela scrive di non poter più essere con noi dopo settant’anni insieme perché “anche la natura ha i suoi ritmi”, ringraziando tutti coloro che hanno collaborato con lui e concludendo così:
[…] Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio […]
Noi ci proveremo, ma mai nessuno sarà in grado di farlo come Lei. La ringraziamo per averci regalato la curiosità della scoperta e averci insegnato l’importanza fondamentale della divulgazione. E in qualche modo lo continuerà a fare per sempre.
Luoghi comuni, solito cliché, inutili apparenze e formalità che a volte nascondono le realtà più crude. La vita è difficile per tutti, così dicono. La vita, un immenso mondo di sfumature, alcune meravigliose, altre meno, altre ancora più spietate che mai, quelle senza via d’uscita, quelle condizionate dall’irrisolvibile. Eppure molto spesso sono le percezioni a guidare gli attimi, a scandire i ritmi del cuore e del tempo di ognuno, a far sì che la paura trionfi e spegni qualsiasi desiderio, il minimo entusiasmo: chi soffre e non si accorge della propria fortuna o del proprio benessere; chi non si accontenta mai; chi è stanco di lottare; chi ogni giorno trova lo splendore persino nell’assoluta oscurità. Sfumature. Infinite ed inimmaginabili, sfumature.
Sandro Pertini (1896 – 1990), partigiano e settimo presidente della Repubblica Italiana, in carica dal 1978 al 1985, in poche parole riassume l’importanza fondamentale della ricorrenza del 2 giugno: molti giovani sono morti per seguire un’ideale, quello della democrazia, e lui stesso, insieme a tanti altri, ha lottato rischiato la vita per non lasciarlo andare. Sacrifici per la fine di un regime autocratico. Sacrifici per la nascita della Repubblica nel 1946, data dal referendum istituzionale. Sacrifici per il futuro. Sacrifici per la libertà. Sacrifici per la nostra libertà.
Non lo dimentichiamo, soprattutto in questo periodo delicato, in cui la democrazia sembra una realtà più preziosa che mai. Anzi, lo è.
L’ennesima sparatoria negli Stati Uniti, in una scuola elementare del Texas, a Uvalde: la mattina dello scorso 24 maggio, in un attimo ventuno vite sono state spezzate, tra cui quelle di diciannove bambini. Un massacro inspiegabile e assurdo. Nessuna riflessione, nessun pensiero, perché davanti a queste cose restano soltanto impotenza e vuoto. E un dolore immenso e indefinibile per le famiglie delle vittime innocenti.
Lacrime inevitabili. La paura di non farcela, incombente secondo dopo secondo. Il costante terrore di perdersi e perdere tutto. Colpi rumorosi e tremanti si abbattono ovunque, tra cielo e terra, lasciando impronte di distruzione, di disperazione, di fuga verso le uniche vere esplosioni. Esplosioni di vita, quelle dritte al cuore, quelle dense di purezza, di gioia e affetto, di abbracci sinceri. In cammino verso dolci sorrisi che splendono di umanità e libertà, verso la pace e la fratellanza, ché ogni gesto di violenza, ogni attacco di potere, ogni conflitto, ogni guerra non hanno senso di esistere. E non lo avranno mai, per nulla al mondo.