Fratelli

L’odio genera odio,
la violenza genera violenza.
Un conflitto genera conflitti ancor più grandi.
Noi dobbiamo far fronte alla forza dell’odio
con la forza dell’amore.
Martin Luther King Jr

Qualche giorno fa, a Minneapolis, negli USA, un cittadino afroamericano, George Floyd, è stato fermato dalla polizia ed è morto soffocato. Uno dei poliziotti gli ha poggiato il ginocchio sul collo per fermarlo, nonostante George fosse disarmato. Non ha potuto fare nulla per difendersi, soltanto implorare di lasciarlo perché non respirava più. Ma le sue suppliche non sono servite a niente. Gli altri poliziotti sono rimasti lì, a guardare quella scena, come se stessero assistendo ad un film. Nessuno che ha pensato di intervenire, di fermare il loro collega, che soltanto nelle ultime ore è stato arrestato. Gli altri sono stati semplicemente licenziati.
Dopo questo orribile episodio, si sono scatenate molte rivolte negli Stati Uniti, alcune molto violente. Eppure, proprio come Martin Luther King, io credo che la violenza generi altra violenza, scatenando una reazione a catena difficile da fermare. Le parole sembrano non bastare, ma in realtà possono avere un potere straordinario sull’opinione pubblica. E quelle parole sono fondamentali. Anche se dopo anni di battaglie, di lotte per l’uguaglianza, per l’unità e per la fratellanza, accadono ancora oggi episodi di discriminazione che annientano l’umanità, la disintegrano in una polvere velenosa capace di distruggere ogni cosa. Perché quelle lotte per i diritti non avrebbero nemmeno dovuto esserci. Perché nulla può essere un motivo di discriminazione. Lo stato sociale, il colore della pelle, l’orientamento sessuale, la disabilità. Nessuno ha il diritto di trattare male una persona in base ad una caratteristica fisica o una condizione esistenziale. Per niente al mondo. Soprattutto se si ha il compito di rendere il mondo un luogo più pacifico, lontano dalle guerre, dalla violenza. Chi abusa di questo potere per far del male non è in grado di vivere in una società, di essere in pace con se stesso e con gli altri e utilizza la violenza per riscattarsi, pur sapendo che essa è proprio il fulcro della malvagità. Ed è abominevole che accadano ancora episodi di discriminazione come quello di George.
Fino a quando non capiremo che siamo tutti fratelli e godiamo tutti degli stessi diritti, fino a quando non comprenderemo che siamo semplicemente esseri umani desiderosi di vivere la nostra vita rispettando quella degli altri, il mondo non sarà mai un posto migliore.

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Un giorno può cambiare una vita

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NEW YORK, NY- The second hijacked plane is seen moments before striking the second tower of the World Trade Center on September 11, 2001. (photo credit: Masatomo Kuriya/Corbis)

11 settembre 2001. Diciotto anni fa le nostre vite (almeno la mia) sono cambiate per sempre, anche se gli Stati Uniti d’America sono lontani, anche se un grande oceano ci separa. Da lì sono iniziati ufficialmente gli scontri con gli estremisti islamici, che continuano tutt’oggi. Quel giorno guardavo la tv con gli occhi increduli di una bimba ingenua. Forse è per questo motivo che lo ricordo come se fosse ieri. Da quel momento mi sono resa conto di cosa è capace l’essere umano. Soltanto quando lo vivi o lo senti, capisci la crudeltà dell’uomo. Non bastano i libri, i film, le lezioni di storia. Eppure, se guardiamo indietro, l’uomo ha sempre agito con violenza: basti pensare ad esempio alla Seconda Guerra Mondiale, alle sofferenze atroci delle vittime della Shoah, alle bombe atomiche scagliate dagli stessi Stati Uniti su Hiroshima e Nagasaki, all’attentato alla Stazione di Bologna, al rapimento di Aldo Moro.
Il primo impatto però resta. E la domanda che mi sono fatta quel giorno è: perché? Ancora oggi me lo chiedo, e non ho trovato alcuna risposta, perché purtroppo la violenza umana non finirà mai.
Mi è stato detto una volta: l’essere umano troverà sempre una scusa per fare la guerra. Non ne ho mai capito il motivo, ma in fondo non c’è una verità più grande di questa.

Free Love

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Mi ritrovo molto spesso ad ascoltare commenti sgradevoli sull’omosessualità, sulle adozioni delle cosiddette “coppie gay”. L’amore non è un contratto prestabilito, non è una limitazione esclusiva. La libertà d’amare costituisce il fondamento di ognuno di noi in ogni sua forma, in ogni sua sfumatura.

Negli Stati Uniti ora tutti possono coronare il proprio sogno con la persona che amano: è stato raggiunto un traguardo che costituisce il punto di partenza per un mondo libero, in cui non ci sono pregiudizi, in cui l’amore non è violenza, non è un limite, ma semplicemente AMORE.

L’amore non conosce ostacoli, non conosce barriere.