Per la libertà

Le parole non bastano per descrivere il vortice di emozioni che sto provando da ventitré giorni. Può sembrare strano per un’amante della scrittura e della letteratura come me, ma è davvero così: per quanto la storia sia colma di lotte e violenze, la guerra in Ucraina mi ha totalmente devastata. E non per la paura che il conflitto si estenda fino a coinvolgere gli altri Paesi, ma perché trovo aberrante il fatto che nel 2022 si possa ancora pensare di seminare morte e distruzione per la follia di un dittatore, facendo strage di innocenti, abbattendo con bombe e missili case, palazzi, intere città, disorientando i bambini e terrorizzando la gente, inducendola a lasciare la propria patria e a separarsi dolorosamente dai propri cari con la speranza di un futuro migliore altrove. E questo non vale soltanto per l’Ucraina, che per tutto questo tempo ha dimostrato un’incredibile forza d’animo e un coraggio straordinario. Vale anche per gli altri conflitti del mondo, dei quali sentiamo parlare di meno, ma che appartengono davvero alla realtà.
Dal 25 febbraio, ogni mattina, quando apro gli occhi, la mia mente si pone sempre la stessa domanda: c’è stato un altro attacco? E da ventidue giorni purtroppo anche la risposta non cambia mai.
E anche se spesso piango e mi sento impotente nel guardare le immagini e i video mostrati in uno schermo, so di non poter nemmeno immaginare le sensazioni che un’intera Nazione sta vivendo in prima persona, ogni volta che le sirene antiaeree suonano, ogni volta che bisogna rifugiarsi nei bunker per proteggere la propria famiglia, ogni volta che irrompe il boato delle esplosioni e il fuoco distrugge tutto, uccidendo i civili o prendendoli in ostaggio.
Perché, proprio come ho scritto nell’ultima poesia, Esplosioni di vita, la guerra non avrà mai un senso o un significato, al contrario della pace e della fratellanza. Al contrario della solidarietà per un popolo colpito e martoriato che resiste, che sta lottando con tutte le risorse per la libertà della patria.

Per la libertà dell’Ucraina e di tutti i Paesi logorati dalle guerre e dall’autocrazia.

Immagini dal web

Pubblicità

Nodi

Nodi fitti,
intrecciati,
tanto stretti
da diventare
ben presto
un tutt’uno,
una corda
dai fili invisibili,
impossibili
da sciogliere.
Una corda
che non smette più
di aggrovigliarsi
su se stessa,
occupando
piccoli angoli
e facendosi largo
tra gli infiniti spazi,
tra gli anfratti nascosti
di ciascun’entità.
Una corda
sempre più densa
di fili che nascono
e muoiono così,
lasciando soltanto
minuscole tracce,
ché ogni filo
è un mare immenso
di brevi e intensi attimi,
di emozioni
uniche e irripetibili,
di vita.

Laura Berardi, 7 novembre 2021

Ricordi di una vita

Ho sempre pensato che la vita è imprevedibile. L’ho sottolineato più volte anche su questo blog: da uno sbaglio può nascere un impero straordinario; una situazione stabile può arricchirsi improvvisamente o crollare del tutto. E, parlando di me, so benissimo di aver ribadito gli strani aspetti del mio carattere, aggravati soltanto in piccola parte dalle condizioni fisiche con cui devo convivere ogni giorno e che fino a poco tempo fa mi sembravano il reale motivo del mio inusuale stile di vita.
Ma al di là di questo, nell’arco di un anno non ancora concluso, posso dire che gli ultimi tempi non sono stati per niente facili. Mettendo per un attimo da parte l’imprevedibilità, le conseguenze della pandemia e la mia strana personalità, purtroppo nel giro di quattro mesi due miei nonni sono venuti a mancare. Gli stessi nonni con cui non ho potuto trascorrere l’ultimo Natale. Gli stessi nonni che mi hanno vista nascere e crescere tra migliaia di difficoltà, insegnandomi tanto attraverso i loro racconti, specialmente quelli riguardanti il passato: l’esperienza della Seconda Guerra Mondiale, gli usi e costumi degli anni Sessanta, così diversi dal mondo di oggi. E molto altro ancora.
Per quanto in entrambi i casi la loro morte fosse già annunciata, data l’età avanzata e le condizioni cliniche precipitate in un batter d’occhio, questi eventi spiacevoli sono stati due spietate pugnalate, mirate e dritte al cuore. Proprio nel momento in cui la prima ferita stava cominciando a dare meno dolore, ne è arrivata un’altra, già pronta a riacutizzare la sofferenza, ancor più tagliente del colpo precedente.
È sempre così. Perché malgrado sia assodato il fatto che nessuna forma di vita è eterna e che ognuno abbia le proprie reazioni nei confronti di questa certezza inevitabile, non ci si abitua mai alla morte, nemmeno quando avviene davanti agli occhi o quando ci si augura che giunga il più presto possibile per evitare terribili sofferenze, come nel caso dei malati terminali. A maggior ragione, non ci si abitua alla perdita di un amico, di un familiare, di un conoscente o di chiunque altro si sia imbattuto per caso nel cammino dell’altro, anche solo per un breve periodo. Anche solo per un istante.
Per me è stata una sensazione strana e reale. Lo è tuttora, come se una parte del mio animo fosse volata via per sempre, lasciando spazio ad una piccola luce densa di ricordi. Ricordi che mi regalano emozioni contrastanti. Ricordi che a volte sembrano svanire nel nulla, risorgendo negli attimi più inaspettati, magari sentendo l’odore di un dolce, simile a quello del ciambellone che mia nonna preparava per tutti, razionandolo in porzioni perfettamente uguali. Oppure guardando un incontro sportivo in tv, di quelli che mio nonno non si sarebbe perso per nulla al mondo. Di quelli cui anch’io sono un’appassionata. Difatti negli ultimi tre mesi e mezzo il televisore della mia camera è stato sempre sintonizzato sugli stessi canali, proprio come avrebbe fatto mio nonno: prima gli Europei di Calcio, con l’inaspettata vittoria italiana; poi l’imprevedibile pioggia di medaglie azzurre alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi estive di Tokyo; infine un altro trionfo europeo arrivato pochi giorni fa dalla Nazionale di pallavolo femminile dell’Italia. Emozioni su emozioni, tanto forti che a volte mi sembrava veramente di avere il nonno seduto accanto a me ad ammirare la tenacia di tutti gli atleti, ad osservare le loro espressioni di gioia o di frustrazione, quasi a vivere le loro stesse sensazioni. Esattamente come il profumo meraviglioso dei biscotti alla marmellata di mia nonna, il cui sapore non mi abbandonerà mai.
Perché ogni ricordo, anche quello più imprevedibile, resterà lì, avvolti dal piccolo scintillio di quella luce. Piccola, ma più intensa che mai.

Contrasti

Guerra e pace,
inferno e paradiso,
oscurità e lucentezza,
gioia e dolore,
minaccia e rispetto,
odio e amore.
Contrasti inossidabili
che vanno,
vengono
e vagano così,
troppe volte privi
di una precisa
destinazione.
Contrasti inevitabili
che a volte creano
e rendono meraviglioso
ciascun particolare,
altre distruggono
tutte le aspettative
e annientano
anche l’elemento
più certo e assodato,
altre ancora suscitano
una brutale o inconsapevole
indifferenza.
Contrasti densi
di sensazioni
che nutrono gli attimi
di ogni vita,
l’unica entità
che viaggia sola,
attraversando
sentieri sconosciuti.
L’unica realtà
senza eguali
né opposti.

Laura Berardi, 16 luglio 2021

Mai identiche

Anime vive,
ricordi terribili
o meravigliosi
che restano
nella mente
e nel corpo,
scavando ininterrottamente
tra i nostri sogni
e i nostri incubi,
nutrendoci
di dolori intollerabili
o di immense gioie,
attraversando
un mondo infinito
di istanti indimenticabili,
di sentimenti contrastanti
e di infinite emozioni
che nascono e muoiono
in ogni attimo di vita.
Sensazioni
che viaggiano
verso mete
sconosciute,
senza limiti
o confini.
Sensazioni
sempre diverse,
sempre nuove,
sempre uniche.
E mai identiche,
giorno per giorno,
fino al nostro
ultimo respiro.

Laura Berardi, 22 aprile 2021

Buon 2021!

Finalmente se n’è andato e non ritornerà mai più. Tutti aspettavamo questo giorno da mesi, anche i più scettici. Perché il 2020 è stato un anno che sicuramente non dimenticheremo mai. Un anno in cui un semplice organismo ha distrutto migliaia di vite. Un anno che ci ha fatto vivere nel buio e nella preoccupazione, oltre il fatto che nulla è scontato. Nemmeno un semplice bacio o un abbraccio stretto. E mai come quest’anno è emersa la personalità di ognuno di noi. C’è chi ha mostrato la parte peggiore di sé, chi ha imparato ad apprezzare le piccole cose, chi è rimasto sempre sé stesso nonostante tutte le vicissitudini di questo periodo particolare, chi ha fatto e ancora oggi sta facendo il maggior sforzo possibile per salvare i pazienti colpiti gravemente dal Coronavirus o da altre patologie.
Eppure c’è sempre qualcosa che ci unisce, anche quando sembra impossibile: la voglia di vivere. Sì, perché in realtà questo desiderio apparentemente banale è sempre lì, presente nei nostri cuori, a cercare di lottare fino all’ultimo sangue contro le molteplici difficoltà e di annientare il buio, illuminandolo di piccole emozioni. E malgrado spesso pensiamo che tutto è contro di noi e che non c’è più niente che possa asciugare le nostre lacrime, quella voglia resiste, anche se ridotta in brandelli, e a volte riesce a tirarci su, a farci capire che anche un giorno difficile può diventare meraviglioso. Un sorriso di un amico, uno sguardo di chi amiamo o semplicemente la forza insita in noi che non molla mai, anche nei momenti più dolorosi. E l’inizio di un anno nuovo può essere davvero un punto da cui ripartire, una lenta rinascita da un periodo che ci ha insegnato quanto anche un millesimo di secondo possa essere prezioso. Perché la vita è così, imprevedibile come non mai.

Buon 2021!

Egoismo

Solitamente non mi trattengo dallo scrivere quello che penso, eppure questa volta è diverso. Non ho appositamente pubblicato un articolo per molto tempo ed il motivo è che non volevo lasciarmi sopraffare dalle sensazioni negative, ma soltanto ragionare a mente lucida, senza niente che mi facesse sostenere il mio pensiero in modo sbagliato. A volte è molto meglio fare un bel respiro per non cadere nella trappola delle nostre emozioni, che inconsapevolmente potrebbero giocarci un brutto scherzo.
Questo spazio è nato proprio con l’intento di condividere il mio mondo, portando le persone a conoscere una parte di me, quella più intima e profonda. Perché soltanto con la scrittura riesco davvero ad esprimere me stessa, tirando fuori tutto ciò che non sono in grado di dire ad alta voce. È sempre stato così. Anche quando scrivo una poesia, mi sento immensamente sollevata, come se mi fossi liberata di un peso dal cuore. Ed è anche l’unico momento in cui avverto la mia vita più che mai. È una catarsi, una purificazione dal mondo esterno in cui non mi sono mai ritrovata, dal quale vorrei soltanto fuggire per non tornare mai più, ora più che mai. Una dimensione che sicuramente non sarò mai in grado di comprendere, come ho già scritto in più occasioni. Forse per il mio carattere difficile, forse per le mie condizioni particolari.
In questo periodo tutto è amplificato. È uscita fuori la parte peggiore di noi e la maggior parte della gente non sa nemmeno come comportarsi. E questa è una cosa normale, perché nessuno era preparato ad affrontare una pandemia. Se un anno fa qualcuno avesse detto che il 2020 sarebbe stato così, nessuno gli avrebbe creduto, eppure è accaduto quello che meno ci aspettavamo. Ma se all’inizio abbiamo pensato che ne saremmo usciti migliori, così non è stato.
Più passa il tempo, più la maggior parte delle persone diventa egoista. E più diventa egoista, più muore il rispetto per gli altri. È una catena chiusa, un circolo vizioso dal quale è difficile liberarsi. Perché già prima della pandemia mi sentivo impotente di fronte alla spietatezza del mondo. Ora invece percepisco anche un’immensa rabbia mista ad indifferenza. Può sembrare assurdo, ma è proprio così che mi sento. Da una parte la mia vita che non è cambiata molto dall’inizio della pandemia, dall’altra l’atteggiamento menefreghista e superficiale di certe persone che mi fa esplodere come un vulcano colmo di ceneri. E a volte quelle ceneri sono talmente dense e fitte che non riesco a scorgere nemmeno il lato più umano del mondo.
Perché le innumerevoli lamentele di molti offuscano il vero dolore di altri. Perché alcuni pretendono di conoscere un minuscolo organismo di cui nemmeno i migliori esperti sanno molto, mentre altri hanno anche il coraggio di negarlo. Perché la disperazione legittima di alcuni lascia spesso il posto alla violenza di altri che approfittano della situazione per seminare odio e violenza. Perché è inaccettabile che certi non abbiano nemmeno il buon senso di rispettare gli altri e passino il proprio tempo a lamentarsi di futilità, quando esistono persone che vivono una costante vita di privazioni e deve ogni giorno fare i conti con la realtà, anche in questo periodo devastante. E credetemi, io ne so qualcosa, perché lo vivo sulla continuamente sulla mia pelle e la mia esistenza è sempre stata una lotta continua per dimostrare quello che sono, inducendo ognuno ad andare oltre le apparenze esteriori. E non mi vergogno a dire che il mio carattere non mi aiuta. Forse se avessi più coraggio non mi ritroverei così sola. Ma al di là di me, sono stanca di ascoltare le costanti lamentele di gente sempre pronta a giudicare e a puntare il dito contro tutti. Sono stanca di tanta superficialità. Sono stanca di tanto menefreghismo che non fa altro che peggiorare la situazione. E per quanto la mia opinione non conti nulla e spesso cada anche io nella trappola dell’egoismo, non posso fare a meno di pensare che una piccola parte di questo mondo comprenda che i problemi non interessano soltanto il singolo individuo e che bisogna sempre agire nel bene della collettività, andando oltre gli interessi personali e salvaguardando quelli di cui ci si circonda. Cosa che in pochi fanno, soprattutto in questo momento. E mi dispiace immensamente vedere che alla fine quelli che ne pagano le conseguenze sono spesso coloro che più rispettano gli altri.
Eppure l’egoismo non ha condotto e non condurrà da nessuna parte. Né ora né mai.

Il mondo è così

Quante parole, quante lamentele, quanti problemi nati nella mente dell’essere umano per nascondere i veri drammi della vita. In questo periodo ascolto quotidianamente ogni genere di critica verso qualunque cosa e nei confronti di chiunque. Tutti a giudicare le azioni degli altri e mai nessuno che si faccia qualche domanda in più su se stesso, forse per paura di guardarsi allo specchio e mettersi in discussione. Per carità, è sacrosanto poter esprimere la propria opinione in piena libertà, ma credo che negli ultimi tempi abbia dilagato una confusione generale che non ha fatto altro che peggiorare una situazione già di per sé critica. Ho già detto in altri articoli come la penso sulla prevenzione sanitaria e non sto qui a ripeterlo. Ma sicuramente una cosa che ho capito in questi mesi è che l’essere umano è la creatura che meno si adatta ai cambiamenti. La maggior parte delle persone pensa soltanto al benessere proprio ed è sempre pronta all’attacco. Giudica senza conoscere, senza pensare minimamente alla salvaguardia degli altri, a come sono costretti a vivere alcuni, quelli che davvero non hanno libertà di scelta e sono condannati ad un’esistenza priva di emozioni, anche la più semplice.
I cambiamenti spaventano un po’ tutti, questo è vero. Eppure basterebbe un po’ di buona volontà per comprenderli fino in fondo. Alcuni peggiorano la nostra quotidianità, altri addirittura la migliorano, regalandoci esperienze e sensazioni che non avremmo mai pensato di provare.
Ma ho capito anche che il mondo troverà sempre una ragione per lamentarsi e criticare l’operato altrui. E, nonostante a volte sia impossibile non reagire e non provare un’immensa angoscia, l’unica arma per difendersi è l’indifferenza. Prima mi sorprendevo di tanta superficialità. Mi logoravo (e ammetto che ancora mi logoro, troppo spesso purtroppo) per cercare di capire cosa spinge certe persone a giudicare tutto e tutti. Sto imparando lentamente a non ascoltarli più, perché non vale la pena perdere tempo con chi parla sempre a sproposito. E sopravvivo nel mio piccolo mondo, colmo di amore per la Natura, per i libri, per la scrittura, protetto e custodito dalla costante forza dell’immaginazione. Perché è quest’ultima la mia più grande fonte di vita.

Viva

Emozioni improbabili
e vivide
che muoiono
ancor prima
di sbocciare,
sensazioni terrene
e fisiche
che lasciano
senza fiato
anche
l’essere vivente
più intrepido
del mondo,
paure terrorizzanti
capaci di fermare
istantaneamente
i battiti di un cuore
coraggioso.
Notte mia,
non abbandonarmi mai,
ché le inverosimili
passioni,
gli spaventosi incubi
e i meravigliosi sogni
mi donano
pura vita,
l’unica che
riesco a vivere
fino all’ultimo
profondo respiro.

Laura Berardi, 29 settembre 2020

È la vita

‪Terremoti‬
‪di emozioni‬
‪felici‬
‪o immensamente‬
‪dolorose,‬
‪turbini‬
‪di sensazioni‬
‪uniche,‬
‪a volte irripetibili,‬
‪altre quotidiane.‬
‪Non è un gioco‬
‪di chi vince‬
‪o chi perde,‬
‪è la vita‬
‪che la Natura‬
‪ci dona,‬
‪è l’esistenza‬
‪che può essere‬
‪dolce e tenera‬
‪o terribilmente‬
‪spietata e maligna,‬
‪capace‬
‪di rendere sereno‬
‪chiunque‬
‪o torturare‬
‪l’animo‬
‪di chi ‬
‪non ha la forza
e il coraggio‬
‪di affrontarla.

Laura Berardi, 3 luglio 2020